Gli epitaffi (2). Apprendisti stregoni al cimitero degli inglesi di Argostòli
di Sandro Russo (pubblicato sul sito Ponza Racconta)
Allora… siamo intorno al cippo centrale del Cimitero, chi seduto su un gradone di cemento, chi in piedi. Abbiamo ‘bighellonato’ tra le tombe cercando ispirazione dalle morti e dalle parole altrui, perché le nostre proprio non vogliono venire.
Le raccomandazioni di Claudio sono state essenziali: essere sinceri; non mirare a stupire, non ripetere cose già lette o sentite.
Ed eccoli gli epitaffi prodotti da quel pugno di apprendisti stregoni, messi insieme dal caso e dalla necessità, sotto il sole del tramonto tra le tombe abbandonate e gli alberi cresciuti disordinatamente…
I brevi, brevissimi componimenti sono stati raccolti dall’indiscreto cronista – comunque rispettoso dell’anonimato degli Autori – che potrebbe aver inteso male o omesso qualcosa (di questo si scusa, pronto ad operare ogni correzione richiesta). L’indicazione di mantenere la struttura dell’haiku raramente è stata seguita, per cause di forza maggiore!
Morì in tarda età
almeno era quanto sperava.
Amò e rise comunque
Visse come se non dovesse morire
Eppure eccola qui
Dava luce a molti occhi
ora riposa in pace
nel suo meritato buio
Nel nome,
l’onda del suo entusiasmo
Madre sempre impreparata
impiegò il tempo ad ascoltare la vita degli altri per migliorare la sua
migliorò strada facendo
Una piccola donna
che non credeva in se stessa
Nessuno chiese il suo parere
Comunque non sarebbe stato d’accordo
A volte consapevole di morire,
ha vissuto
È povera la strada
la notte
il viaggio
Visse finché poté
Lei fu musica,
la famiglia il suo cuore
la verità la sua bocca
la giustizia le sue mani
il mare la sua casa
Cominciò molte cose
Ne concluse sicuramente una
Note
Riporto qui la quarta e la quinta strofa (incompleta) della prima delle Elegie Duinesi, composte da Rainer Maria Rilke tra il 1912 e il 1922. Solo le prime due composte a Duino, nei pressi di Trieste hanno una ispirazione unitaria e danno il titolo all’intera raccolta di dieci componimenti. Fonte, https://poesiainrete.com/2021/01/31/la-prima-elegia-rainer-maria-rilke/ ]
Ne ho usato alcuni versi a proposito di un film molto amato “Il cielo sopra Berlino” (di Wim Wenders, del 1987 per uno scritto che trattava appunto di angeli in: Epicrisi 158. Il cielo sopra Ponza, del gennaio 2018.
(… … …)
È strano, certo,
non abitare piú su questa terra;
non compier piú le usanze apprese appena;
né piú legare il senso
del divenire umano
alle rose e alle cose, onde ciascuna
aveva una sua voce di promessa;
non esser piú ciò ch’eravamo chiusi
nell’infinita angoscia delle mani;
e abbandonar finanche il proprio nome
come un balocco infranto.
È strano, certo,
non piú desiderare desiderii
desiderati tanto;
veder questa compagine, disciolta,
volitare per spazii sterminati…
Essere morti, è una fatica dura.
Un ímprobo ricupero di forze,
per avvertire un po’ d’eternità.
Ma i vivi, tutti aberrano, − segnando
troppo profondo il solco fra i due Regni.
Gli Angeli (è fama…) ignorano talvolta
se vanno fra i viventi o i trapassati.
Ogni progenie, la fiumana eterna
travolge via con sé per ambo i Regni;
e, con lo scroscio suo,
ne sommerge il clamore in questo o in quello.
Ma non hanno di noi bisogno piú
quei morti d’una morte prematura…
Placidamente,
ci si divezza dalla terra: come
ci si divezza dal materno seno,
quando sia l’ora.
Ma noi viventi, noi, che ci nutriamo
di tanti inesauribili misteri;
e a cui sovente, su da un lutto, balza
il progredir beato;
potremmo, noi, senza quei morti, esistere?
(… … …)
C’è uno scritto sul sito che tratta da un’altra angolazione lo stesso tema: Le anime morte, appunti sull’esperienza della morte in un paese orientale (Sri Lanka).
Foto di copertina e nel testo di Dunia Hashem e di Sara Ahimsa, tranne l’ultima, ‘Cimitero sulla spiaggia in Sri Lanka’, dell’autore.
Note di Augusto Corti e Sandro Russo del 23 ott. 2024 (Cfr. in Commenti)
Magia dei Cimiteri
sotto la stele /
l’ispirazione vola /
…e il sole va! /
Allego qualche foto del momento (di Marina Valenti).
Risponde Sandro
Non vi dovevate fidare di uno che scriveva sempre..!
Bella l’analogia suggerita con “sotto le stelle”, che è l’immagine che per prima viene in mente. Poi si rilegge… e sì, è “sotto la stele”.
Bravo Augusto! Ormai è diventata una seconda pelle, l’haiku per lui! Il filtro con cui guarda il mondo…
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