Il ragno nella bottega delle spezie
di Sandro Russo (pubblicato su Ponza Racconta)
Nelle “istruzioni per l’uso” della contrattazione nella Medina di Marrakech, Claudio ha suscitato l’immagine del ragno per il venditore appostato in un angolo del suo negozietto, pronto a calarsi sul cliente che vi entri. Per esperienza diretta ho capito perfettamente cosa intendeva.
Chiamavamo “er ragno” il nostro amico Maurizio, nei primi anni eroici e un po’ hippy del nostro insediamento al casale dove ancora adesso vivo, anche se negli anni è diventata una casa quasi normale. Lui aveva colonizzato una grande stanza, delle tante a disposizione, e ci aveva costruito dentro un lettone fatto con i passoni delle vigne (i pali di sostegno delle viti), enorme e inamovibile, tanto che poi, qualche anno dopo, l’abbiamo dovuto fare a pezzi, perché dalla porta proprio non passava.
Ebbene Maurizio viveva in quella stanza come appunto un ragno, nella sua ragnatela con letto, dove ineluttabilmente cadevano le sprovvedute amiche di Tina (altra ospite stanziale del casale) che andavano a trovare lei e poi, spinte dalla curiosità, il personaggio di cui avevano sentito parlare. Non l’avessero mai fatto. Nel momento in cui entravano, il loro destino era segnato.
Un po’ da spettatore, tutto vedevo e registravo. Mi incuriosivano le varie tecniche messe in atto dal ragno come pure i tentativi di fuga delle povere ‘mosche’. I meccanismi erano quelli basici dell’attacco o della fuga, ma le varianti erano infinite. C’era molto da imparare. Rispetto a un certo numero che riusciva a scappare – poche -, qualcuna si fermava a cena – e quello era il segnale della resa – qualcuna gli aveva pure proposto un vero ‘fidanzamento’ (e in tal caso era lui a spaventarsi e a lasciarla scappare!)
Qui a Marrakesh, nella Medina, il suk della città è tutto un susseguirsi di negozietti dove si vende di tutto… qualunque cosa ti venga in mente là la trovi. O te la possono procurare. Ogni negozio ha il suo ragno, con barba o senza; vestito all’occidentale o con una lunga jallaba; benevolo o burbero…
Sono entrato in una botteguccia di spezie (1), neanche una delle più grandi di quelle viste in giro, quelle con le piramidi sgargianti di polvere di ogni colore che passando uno non può fare a meno di fermarsi a guardare.
Gli odori e le spezie sono tra le cose che più mi attirano; ne ho una discreta conoscenza, per una frequentazione di più lunga data dell’Oriente, anche per la curiosità di trovare analogie e differenze al confronto tra l’Africa e l’Asia, al riguardo.
Guardo da fuori, gironzolo, annuso; poi mi decido a varcare la soglia. Il “ragno” della situazione è un signore di mezz’età, una tunica bianca e blu a strisce verticali, tarchiato, con barba brizzolata che gli incornicia il viso squadrato. Mi saluta e esce, come per lasciarmi libero di guardare o provare, a mio piacimento.
Le spezie sono tante, gli odori si accavallano, i ricordi evocati anche – sono i profumi i più potenti evocatori di ricordi -; così che i frequentatori di questo tipo di negozi hanno sempre l’aria un po’ trasognata. Chissà se il negoziante lo sa; sospetto di sì… anche se sembra come tutti gli altri, certo ci sarà qualcosa che distingue un venditore di spezie da uno, per dire, di carbone, o di frutta. Una certa ‘corrispondenza’ con la merce che si vende ci dev’essere! È un pensiero che mi accompagna sempre.
In realtà non trovo niente di nuovo. O non so cercare…
Quando il negoziante rientra e si avvicina, mi mostra cose che conosco bene… I tuberi essiccati (gialli e durissimi) della curcuma, tuberi bitorzoluti di ginger, scaglie di corteccia di cannella…
Sono attratto da grossi cristalli di un bell’azzurro intenso. Ce ne sono mucchi di diversa forma e colore.
Un sacco credo che contenga cristalli di verderame, che ha delle applicazioni in agricoltura come fungicida.
Altre pietre blu sono lapislazzuli, una pietra dal passato glorioso: era usato dai pittori medievali per dare un colore blu ai loro affreschi, previa macinazione e altri trattamenti; la tonalità era intensa ed estremamente resistente nel tempo.
Il lapislazzuli è costituito da una elevata concentrazione di lazurite con associati altri minerali accessori come calcite e inclusioni di pirite
Ma la mia curiosità riguarda il colore blu delle stoffe dei Tuareg. Ho qualche difficoltà a farmi capire dal negoziante, evocando il deserto e gli “uomini blu”. È perplesso… poi si illumina. Tira fuori una boccettina di una polvere marrone e fa il suo piccolo show. Imbeve d’acqua una specie di cotton fioc; con un cucchiaino prende una piccola quantità della polvere e ci avvoltola dentro il bastoncino. Poi mi mostra il risultato…
Alla reazione con l’acqua la polvere marrone dà luogo al colore azzurro che cercavo io, quello delle stoffe dei Tuareg.
Mi dice: Teinture, teinture… ma non sa dirmi altro. Il povero negoziante ha fatto quel che poteva; per saperne ancora di più devo andarlo a cercare su internet, una volta a casa (2).
Ma qualcosa devo comprare a questo punto… Ho aperto troppi contenitori! Mi oriento su una manciata di incenso (scarso un etto). Quando lo annuso – per automatismo: lo so che non profuma – lui scuote la testa e mi fa segno di accendere: – Fire… fire! – dice. E si precipita fuori dal negozio prima che possa fermarlo. Lo vedo che chiede un accendino a qualcuno là fuori. Rientra dentro e si dà da fare per accendere dei dischetti di carbone. Gli dico che non serve, che lo conosco bene il profumo dell’incenso bruciato (3), ma lui dice che lo fa per sé, e continua a darsi da fare con accendino e carbone. Finalmente ci riesce e l’odore comincia a spandersi per il bugigattolo.
Il momento del prezzo è sempre critico, quello in cui il ragno si dichiara e il cliente capisce. I condizionamenti sociali e il senso di opportunità impediscono la fuga; anche se la cifra richiesta è bassa, la regola è che bisogna comunque trattare, se no il ragno si offende. Allora torno al sacco dell’incenso e ne aggiungo dell’altro; un bel po’ ancora. Quando torno il negoziante dà uno sguardo, valuta; intanto gli porgo i soldi. Ha un attimo di indecisione, poi accetta. Mi lascia andare.
Per l’esercizio di contrattazione credo di aver svolto il compito: non ho abbassato il prezzo, ma aumentato la quantità: ha funzionato. Però mi sono nate mille curiosità: ognuno di quei sacchi poteva contenere un mistero. Mi è rimasto il desiderio di tornarci.
Note
(1) – Altre spezie a Marrakech, non nella Medina ma al mercato ebraico di Mellah, nel racconto di Chiara Alena:
(3) – Il colorante usato dai Tuareg per colorare le loro stoffe è di origine vegetale, e si ottiene dalla macerazione della pianta di Indigofera tinctoria (Fam. Fabaceae), con un procedimento complesso alla fine del quale di ottiene l’indigotina o indaco già noto in Asia 4000 anni fa: il suo nome deriva infatti dall’India, che ne era il principale produttore
(3) – L’incenso è la resina dell’albero tropicale Bosvellia serrata. Ho visto gli alberi e toccata la resina lungo la corteccia, in un viaggio a Socotra (Yemen), nel gennaio 2008. Le impressioni, le piante, le foto di quel viaggio, sono nel reportage uscito sul Magazine di Omero “Scuola di Scrittura in Roma”, e qui riportati in file pdf: Piante di Socotra. L’erbario di Atlantide
Leggi altri articoli di Sandro Russo:
-
Scrittura di viaggio
Sandro Russo11-09-2024Nella prima settimana di settembre, tirato dentro da amici, ho fatto un viaggio in Grecia, con un gruppo che non conoscevo, una scuola itinerante di “scrittura di viaggio” . Un’esperienza molto interessante…
-
La riunione annuale dei cristalli a Cefalonia
Sandro Russo14-09-2024Questo non è uno scritto da diffondere. Diciamo che è un documento per uso interno; una memoria per un gruppo ristretto. Riguarda fatti e persone di cui è meglio non far sapere in giro, data la tendenza degli umani a combattere gli alieni e i diversi, anche se simili a loro…
-
Il posto di blocco poetico
Sandro Russo08-10-2024Della settimana a Cefalonia con il gruppo di “Scrittura di Viaggio” continueremo a parlare/scrivere per un bel po’, tanto è stata ricca di esperienze e di stimoli. Una delle invenzioni di Claudio – il Virgilio del nostro viaggio -, è stato “il posto di blocco poetico”…
-
Gli epitaffi (1). Incursioni nel profondo al cimitero degli inglesi ad Argostòli, Cefalonia
Sandro Russo21-10-2024C’è un numero sorprendentemente alto di persone che amano i cimiteri. Per il senso di pace che li pervade, per le memorie che delicatamente suscitano, anche per amore dell’arte…
-
Gli epitaffi (2). Apprendisti stregoni al cimitero degli inglesi di Argostòli
Sandro Russo23-10-2024Allora… siamo intorno al cippo centrale del Cimitero, chi seduto su un gradone di cemento, chi in piedi. Abbiamo ‘bighellonato’ tra le tombe cercando ispirazione dalle morti e dalle parole altrui, perché le nostre proprio non vogliono venire…
-
Fari di Cefalonia. Gero Gompos, il vecchio gobbo
Sandro Russo31-10-2024Da isolani – ponzesi di nascita o acquisiti – siamo da sempre più che estimatori, innamorati dei fari…
-
Viaggio in Marocco. Preparazione
Sandro Russo06-02-2025Sempre mi riecheggia il titolo di un album di Leonard Cohen quando sto per cominciare un nuovo viaggio: “Una nuova pelle per una vecchia cerimonia”...
-
La piazza di Marrakesh e Star Wars
Sandro Russo07-02-2025Da qualche parte verrà, questa sensazione di dejà vu che mi prende nella piazza di Marrakesh – Jamaa El Fna – che è anche un grande mercato, con un aspetto differente ad ogni ora del giorno…
-
Un thè nel deserto
Sandro Russo04-03-2025Diciamo pure che non avevo conoscenza alcuna del Marocco prima di questo viaggio; anzi avevo deciso di ignorare i luoghi comuni e i consigli che mi avevano dato prima di partire; come di non coltivare alcun genere di aspettativa…
-
Le bleu Majorelle
Sandro Russo15-03-2025– Che ci faccio qui? – Questo interrogativo tra l’inquietante e il disperato ha attraversato molti miei viaggi negli anni e periodicamente si riaffaccia, anche nei giri che mi stanno piacendo molto, in momenti di stanca, in qualche situazione di disagio occasionale…
-
I sogni vanno a morire a Essaouira
Sandro Russo22-03-2025Pigre, le mie mattine a Essaouira… Cominciano presto, quando è ancora notte. Le strade deserte, i negozietti tutti chiusi; si incontrano pochissime persone e nessun turista. Molti gatti, invece…
-
Tuffo in Bretagna
Sandro Russo04-04-2025Dopo ogni viaggio un bilancio è ineludibile. A caldo, come la famosa “lettera del giorno dopo” della letteratura giapponese, e poi a distanza…
-
Quistione privata è!
Sandro Russo23-08-2025Ho provato un vago senso di allarme quando il mio amico Salvo, siciliano doc, da molti anni trapiantato a Roma mi ha convocato a casa sua per una cena in terrazza, approfittando dell’assenza della moglie che era fuori per qualche giorno con il nipotino piccolo…
-
Come fare della Sicilia un romanzo, ovvero la mia seconda vita siciliana
Sandro Russo26-08-2025Ci sono posti, paesi nel mondo che naturalmente mi attraggono; altri che mi respingono. Per esempio non sono mai voluto andare negli Stati Uniti, tranne che per un obbligato passaggio per Miami, sulla via per il Costarica…