Viaggi in Patagonia 03. Dal vero, la terra del mio immaginario
di Rita Gasbarra (pubblicato su Ponza Racconta)

Partiamo da Bariloche imboccando la mitica Ruta 40, 5000 km di strada che traversa tutta l’Argentina dal confine con la Bolivia fino alla Terra del Fuoco, il punto più a sud del globo terrestre abitato, l’ultima tappa delle migrazioni umane, un altro Finis terrae.
Subito il panorama muta. Dai boschi fioriti della regione dei laghi passiamo a larghe pianure punteggiate di bassi cespugli, la terra riarsa.
Intorno la Cordigliera delle Ande segue e incornicia, determinando il confine dello sguardo. L’orizzonte è ampio, l’azzurro intenso del cielo è stracciato dal bianco denso delle nuvole sfilacciate dal vento.
Le rare fattorie, le estançias, sono nascoste da file di pioppi frangivento. Gli animali sono liberi negli sconfinati spazi dei latifondi. Non è difficile incontrare guanaços nandù, circondati da un folto seguito di prole. La riconosco. È finalmente la terra del mio immaginario.

La prima tappa è il ranch acquistato dai banditi Butch Cassidy e Sundance Kid in fuga dagli Stati Uniti. La storia è stata mitizzata dal film omonimo, interpreti Paul Newman e Robert Redford. Il posto di ristoro enfatizza la leggenda con post ed arredi da gaucho.Una passeggiata nel Parco nazionale de Los Alercies, una conifera che cresce solo un millimetro l’anno. Laghi estesi, congiunti da fiumi come vasi comunicanti, si diramano nel territorio.
Salutiamo l’Alerce abuelo, un antico esemplare di ben 2600 anni, e ci inoltriamo nel sentiero fra CoihuesCipressi della cordiglieraArraianes, ginestre, fucsie…
Una coppia di picchi (Carpintero gigante) martella freneticamente il tronco di un albero per tirarne fuori insetti, il chucao grassottello becca semini. Cartelli annunciano la presenza del puma ma, per fortuna, l’avviso va disatteso.

La mattina è dedicata al Patagonia express, il treno a vapore che traversava il territorio patagonico per trasportare uomini e merci. Oggi è rimasto un piccolo tratto turistico col nome de “La tronchita” da Esquel a Nahuel Pan, un piccolo villaggio di nativi patagonici, in gran parte Tehuelches e Mapuches.
Gli indios, dalla prima conquista delle Americhe da parte degli spagnoli, sono stati per secoli oggetto di sterminio e sopraffazione.

La Patagonia è una regione estremamente ricca: miniere di oro, argento, rame, uranio, terre rare, petrolio e gas; un territorio vastissimo di pascoli, mare per la pesca, legname…Questo ne ha fatto una terra di conquista. Oggi i nativi sono depauperati della loro terra, spesso alcolizzati, manodopera a basso costo sulle loro proprietà. Ma i giovani stanno riconquistando l’orgoglio perduto nei secoli, come ci ha raccontato Ayelen (Gioia), la giovane guida della Tronchita.

Si macinano chilometri su strade spesso bianche e sobbalzanti. Ci fermiamo a parlare con i gauchos che incontriamo lungo il tragitto. A volte solitari, come Francisco, isolato in una piccola fattoria sperduta nella pampa, a volte in estançias di maggiore estensione, ma sempre braccia da lavoro per i grandi latifondisti della Patagonia. A vederli avvicinarsi a cavallo, con sicurezza ed una punta di alterigia, si nota una sorta di nobiltà antica.
Ai bordi della strada spesso si incontrano altari ed altarini dipinti di rosso e segnalati da rosse bandiere al vento.
Sono luoghi che onorano il santo pagano, protettore dei camionisti, El Gauchito Gil, vissuto nella seconda metà del 1800.
Su di lui si raccontano numerose storie, ma la narrazione più seguita vuole che fosse una sorta di Robin Hood, paladino dei poveri. Catturato e condannato a morte, predisse al boia la malattia del figlioletto, esortandolo a pregare nel suo nome per salvarlo. Dopo l’esecuzione il boia trovò il figlio in fin di vita. Pregò allora Gil e il figlio si salvò. Tornò allora sul luogo dell’esecuzione, diede una degna sepoltura alla salma di Gil e, su quel luogo, si costruì poi un Santuario.
L’ 8 di gennaio i suoi fedeli lo festeggiano portando doni. Gli altarini rossi sono pieni di bottiglie e bizzarri ex-voto: fiori di plastica, scarpe, dolciumi, ruote… Le bandiere rosse sventolano al vento colorando il paesaggio.

Rare pompe di benzina con piccoli posti di ristoro, a volte con camere per i viaggiatori, interrompono la monotonia del brullo paesaggio. Adesivi di posti del mondo, tour operator, strade, targhe… ricoprono ogni superficie possibile.
Mi viene in mente il film Bagdad Cafè di Percy Adlon. Luoghi apparentemente desolati in cui i viaggiatori trovano un momento di scambio e intimità.


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    ¿Listo? Ya. Buen viaje, Rita!
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    Da Bariloche si apre una regione fatta di montagne che salgono da larghe vallate depresse, letto di vasti laghi di origine glaciale. Verde intenso di conifere, giallo brillante di cespugli di ginestra,  viola e rosa di lupini e fucsia, vasti prati di erba novella punteggiati di  mucche, pecore e cavalli.