Quel che si impara viaggiando - Leeds, Gran Bretagna


Testo e foto di Claudio Visentin
Fonte: Azione

 

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Leeds, Gran Bretagna. Giovane storico, partecipo con molta attesa ed emozione a uno dei miei primi congressi di studiosi. Al termine del volo di andata però la situazione comincia implacabilmente a precipitare. Per cominciare scopro che il mio bagaglio si è perduto; e come se non bastasse, a causa del poco spazio a bordo, il mio ginocchio sinistro comincia a farmi davvero male.

Riesco comunque a raggiungere il pensionato studentesco dove sarò alloggiato. È domenica, c’è solo il custode che mi dà le chiavi della stanza al terzo piano e poi sparisce. Salgo faticosamente le scale, il dolore alla gamba aumenta. Quando mi sveglio la mattina seguente, con addosso ancora gli abiti del viaggio, semplicemente non riesco più a muovermi.

Panico. Non è ancora il tempo dei cellulari e provo ad armeggiare con il telefono della stanza. Chiamo interno dopo interno, ma nessuno risponde; e quando finalmente riesco a parlare con qualcuno il mio inglese tutto accademico, nell’agitazione del momento, mi serve male per le necessità quotidiane.

Passo un’intera, dolente giornata a digiuno prima di riprendermi un poco. Quando riesco finalmente ad alzarmi raggiungo la farmacia e un antidolorifico mi permette di arrivare sino al centro commerciale per comprare qualche vestito. Agli incontri di studio non penso più, la sopravvivenza si prende tutte le mie energie: in una grande città mi sento come un naufrago su un’isola deserta.

Quando finalmente arriva il mio bagaglio, è tempo di tornare a casa. Sola consolazione, il mio inglese è drammaticamente migliorato in pochi giorni…

Lezione n.5 – In viaggio, senza l’abituale rete protettiva, tutto è più complicato e si possono sperimentare grandi difficoltà. Ma ogni avversità superata ci rende più forti e resistenti per il futuro.