Sidney, Australia. Sono qui per un convegno di storici. Nel primo pomeriggio libero mi spingo con la metropolitana attraverso periferie disordinate. Vado verso Botany Bay, il leggendario luogo del primo contatto tra i bianchi e l’Australia. Qui il 29 aprile 1770 attraccò la nave di James Cook, l’”Endevour”, lacerando il diaframma che da millenni teneva separata l’Australia dal resto del mondo e avviando il processo che avrebbe trasformato un intero continente in una gigantesca colonia penale.
Ancora oggi la baia è ricca di quella vegetazione che gli guadagnò il suo nome; infatti l’area è un parco naturale, anche se il vicino aeroporto e uno scalo per petroliere hanno imposto un pedaggio all’integrità ambientale. Ma ancora si vedono le balene passare al largo.
Cerco di avanzare verso il luogo esatto dell’approdo, Kurnell, uno scoglio a pochi metri da riva. Il tempo però peggiora di minuto in minuto: nuvole, pioggia, vento, tempesta. Una folata particolarmente violenta mi strappa l’ombrello e lo porta lontano. In pochi attimi l’acqua trova la via sotto i vestiti e m’inzuppa completamente. Sono a poche decine di metri dalla meta sognata sin da quando ero dall’altra parte del mondo, ma con tutta la buona volontà non riesco a raggiungerla. Il vento mi spinge indietro rovesciando sulla spiaggia alti cavalloni. Alla fine mi arrendo sconsolato e cerco rifugio nel centro visitatori del Parco.
La ranger bionda con coda di cavallo mi avvolge in una coperta e mi prepara una tazza di tè bollente. Parliamo del più e del meno in un inglese stentato (il mio) e quella che avrebbe dovuto essere una gloriosa ed emblematica impresa si trasforma in una conversazione piacevole e leggera, all’ora del tè.
Lezione n.1 – In viaggio non puoi avere tutto sotto controllo e non tutto dipende da te. Accetta serenamente il fallimento e l’apertura a diverse possibilità che questo sempre porta con sé.