Carnac
di Anita Cerpelloni (pubblicato su Ponza Racconta)
Cara Bretagna sei terra forte e selvaggia, i tuoi abitanti sono arrivati da lontano.
Carnac (in bretone: Karnag) è un comune francese di 4.518 abitanti situato nel dipartimento del Morbihan nella regione della Bretagna (in bretone Breizh, in francese Bretagne, in gallo Bertègn).
Il nome Carnac deriva da cairn che è il rivestimento in pietrisco e ciottoli che riveste i dolmen (1).
Allineamento di Ménec
Ho partecipato con un gruppo di “aspiranti scrittori” della Scuola del viaggio a una residenza in Bretagna in aprile 2025, accompagnati da Lorenza Stroppa, scrittrice, e da Federica Quaglia fotografa. La residenza ci ha permesso di conoscere un piccolo pezzo di Bretagna attorno a Étel e di scrivere alcuni racconti o reportage accompagnati da fotografie, ottimo sodalizio tra due modi espressivi che si combinano molto bene.
La visita più emozionante del viaggio in Bretagna è stata quella a Carnac e all’insediamento di Ménec. Una guida ci ha condotto a conoscere la sua storia e i vari studi effettuati sull’area degli insediamenti.
Terra di Menhir e Dolmen, eretti da popolazioni che ci hanno lasciato questi segni sul territorio, senza una spiegazione, oggetto di varie interpretazioni. Sono opere straordinarie antichissime, datate a 6.000 anni fa, di epoca neolitica, quando è iniziata la civiltà degli uomini, che cambiarono il loro modo di vivere da nomadi predatori e cacciatori in sedentari coltivatori e produttori.
In questo periodo i flussi arrivarono da est e si fermarono sul confine della terra in fronte all’oceano. Gli uomini rappresentarono l’infinito – come l’oceano che si estendeva davanti a loro – sui loro simboli come la Triqueta, il Triskel, la Croce Celtica e altri. Donne e uomini resistettero in queste lande alla fine del mondo e costruirono piccoli villaggi per difendersi da una natura aspra, si avventurarono nell’oceano come pescatori e allevatori di mitili. Innalzarono grandi pietre per ingraziarsi la Madre Terra e la forza del mare, che mugghia ogni notte lungo le coste fino a dentro le foci dei fiumi. In momenti importanti dell’anno, probabilmente, organizzavano lunghe processioni da est a ovest lungo le file di Menhir, che oggi punteggiano la piana attorno a Carnac.
Oggi la piana, costituita dal Massiccio Armoricano formatosi 200 mila anni fa, conduce all’Oceano Atlantico, ma il paesaggio è molto cambiato da allora. Circa 17.000 anni fa il continente europeo e le isole britanniche erano collegati e il mare era più basso di 120 m. Dalle ricerche effettuate sono stati ritrovati i segni degli alvei di fiumi che ora corrono sotterranei nel mare. La geografia dei luoghi era diversa e c’erano connessioni visive tra i vari monumenti dell’Allineamento di Kerlescan, dell’Allineamento di Kermario e quello di Ménec, quest’ultimo culmina verso ovest nel Cromlech di Ménec, un’area ovale contornata, ora parzialmente, da pietre vicine a formare un recinto. Cromlech, significa infatti cerchio di pietre, una struttura simile a quella di Stonehenge, ma eretta 2000 anni dopo quella di Carnac.
L’insieme dei diversi insediamenti di Menhir, o “pietre alzate”, costituiscono una delle prime architetture organizzate sul territorio aperto. Le pietre si ergono allineate in diverse file da est a ovest, con una dimensione crescente. Le popolazioni residenti hanno eretto queste pietre, infisse nella terra e nella pietra, con geometrie molto precise.
La magia che si percepisce in questo luogo fa immaginare gli sforzi per spostare le pietre a mani nude e con pochi arnesi, rocce potenti e ingombranti. La nostra guida ci spiega come gli uomini di allora staccavano dalla roccia le pietre con cunei di legno bagnati. Ogni pietra risulta infilata nel terreno per il 20% dell’altezza e la base della fossa rispettava la sua forma in modo preciso. È stato scoperto inoltre che i nostri antenati accendevano un fuoco durante la lavorazione di queste pietre, un rituale di fondazione ma anche una tecnica per far dilatare la roccia e renderla più stabile. Il 50% delle pietre erette sono nella stessa posizione da 6.000 anni. Capire come venivano realizzate queste opere ci consente di comprendere che gli uomini del neolitico possedevano conoscenze avanzate sui materiali utilizzati.
Ci mettiamo tutti in posa per una foto di gruppo e ci poniamo tra due fila di Menhir in modo da formate una catena umana di collegamento, volta a captare l’energia tra le pietre.
I Celti Bretoni sono davvero straordinari e hanno realizzato opere tramandate fino a noi. Abbracciare una di queste pietre ci lascia un senso di rispetto e di ammaliamento per questi luoghi e per questa popolazione.
Nota
(1) – Etimologia di Menhir e Dolmen. A partire dall’elemento comune men (pietra) menhir significa pietra alzata. La spiegazione di dolmen è più complessa. Il termine appare nel XVII secolo, nell’ambito della storiografia francese. Sembra che sia stato coniato a partire da due parole bretoni: t(d) aol (forse apparentato con il latino tabulum), tavolo e men, pietra (quindi pietra disposta in orizzontale).
Occorre però sottolineare che la parola è coniata e comunque non appartiene alla lingua bretone come invece spesso viene affermato. Infatti se la parola fosse attestata in bretone sarebbe da scriversi in maniera differente, come «taol-men»