Re: R: SICILIA DI GOETHE​ (andata e ritorno)

di Sara Lonati

Da : Sara Lonati
Inviato : Mercoledì 20 settembre 2006 11:01
A : Prof. Tecchi
Oggetto : Inoltra: foto CENTRALE PALACE HOTEL
Allegati
:
I.22-07-06.jpg (570 KB), II.22-07-06.jpg (838 KB)

Eccole. Gliele inoltro direttamente: comprovano tutto ciò che Le ho scritto durante la pausa
estiva. Così non avrà più dubbi sul fatto che ora non mi trovi all’Ucciardone!
Quando ci siamo separati, lì nella hall, non avevamo con noi macchine fotografiche: erano
rimaste nell’ostello, chiuse nelle valigie già pronte per Marsala, per la Scuola del viaggio. Al
sicuro. Nino è stato provvidenziale: vedendoci smarriti di fronte all’impossibilità di fornirLe
prove circa il compimento dell’incarico, ha tirato fuori da sotto il bancone della reception la sua
“lupara” One-Shoot-Power per le grandi occasioni. Tuttavia, come ci ha confessato, mai
avrebbe pensato di immortalare qualcosa di simile. La conosceva meglio di chiunque altro,
dopo tutti quegli anni.
Nonostante gli avessimo già spiegato tutta la faccenda, i conti ancora non gli tornano.
Avremmo dovuto spiegargli anche i sensi reconditi di Goethe???

Saluti,
sl

p.s.: Per quanto riguarda la Scuola, Le racconteremo tutto con calma dopo lezione!

-----Messaggio Inoltrato-----
Da : Nino
Inviato : Lunedì 18 settembre 2006 21:29
A :
gabriele pavia , sara pavia

Oggetto : Foto CENTRALE PALACE HOTEL
Allegati
:
I.22-07-06.jpg (570 KB), II.22-07-06.jpg (838 KB)

le foto sono in allegato. Ogni promessa è debbito. Nn riesco ancora a capire pirchì voi due e i
vostri professuri stavate così scuièti per ista facènna! Pirchì dovevate proprio riportammela
accà?? Non quatra … mah
Mi ha fatto piacere lo stesso aiutarvi, s’intende! ma la prossima volta che ci venite a Palermo
fermatevi cà che così almeno vi faccio fari tutte le foto che vulite con ILLI CHE DAVÈRU
CUNTANO!! Mica con ILLA!!
A presto, mi raccumanno! ;-)
nino

-----Messaggio Originale-----
Da: B. Tecchi
Inviato: Domenica 10 settembre 2006 18:15
A: Sara Lonati
Oggetto: Re: R: R: R: SICILIA DI GOETHE

La ringrazio, ora sono più tranquillo. Ero curioso di sapere tutta la storia, con il timore,
peraltro, che foste caduti in qualche disavventura o, peggio, accusati ignobilmente di reato
di furto. Devo ammettere che non so di preciso cosa preveda in questi casi l’ordinamento
giuridico. Spero che non mi abbia scritto così minuziosamente tutte queste vicissitudini dal
carcere dell’Ucciardone!
Mi mandi delle foto appena può.
La scuola del viaggio com'era?

b.t.


-----Messaggio Originale-----
Da: Sara Lonati
Inviato: Sabato 2 settembre 2006 18:56
A: Prof. Tecchi
Oggetto: Re: R: R: SICILIA DI GOETHE

Appena l’ho vista alla stazione di Milano Centrale assieme al mio compagno di viaggio
ho capito. Non poteva che essere palermitana: pomposa, formosa, profondamente
mediterranea. Secondo me pure troppo pesantuccia (ma il gusto probabilmente lì è
diverso e risulta quanto mai logica la gnome latina melius abundare quam deficere). Il
tutto addobbato da un certo tono di noblesse oblige borbonica. Ma questo non l’ho
detto, se avesse potuto se la sarebbe legata al dito stretta stretta in attesa di qualche
possibile ritorsione una volta ritornata nei suoi ambienti upper class sontuosi e
decadenti della “Palermo bene”. In ogni caso, con tutte le conoscenze di Nino che l’ha
sempre custodita così gelosamente è meglio non scherzare.
In treno è stata in buona compagnia, nonostante l’ambiente sociale non propriamente
elevato: tra la parlata dialettale e le sortite strampalate degli altri viaggiatori, già
avrebbe potuto respirare l’aria di casa, sebbene per tutto il viaggio c’era quella
condizionata ad intermittenza. Nel nostro scompartimento c’erano: un inquietante
impiegato di Cefalù, cui ho sempre annuito per non contraddirlo, una logorroica
centralinista palermitana e suo figlio Marco, 28 anni, rosso di pelo, schizofrenico. Coo
róss, coo màtt: la saggezza dialettale lombarda è in questo caso incontrovertibile. Dei
tre era tuttavia il più innocuo: i sedativi lo avevano già da tempo neutralizzato. Per più
di quindici ore (le restanti sei non si contano perché le corde vocali erano impegnate a
vibrare emettendo suoni gutturali nel sonno) Maria ci ha raccontato tutta la sua vita, i
suoi fantastici viaggi negli all inclusive di Ischia e Riccione e del suo Marco che da
quando aveva visto il gatto cadere dal quinto piano non era stato più lo stesso.
Diversamente dal gatto che aveva in bonus altre otto vite. A questo proposito, Marco si
è messo a commentare le riflessioni esistenziali della madre, per la quale
evidentemente “’a vita dura iè”. “’A vita cutta ié”: è quanto ha detto in tutto il viaggio.
Come un oracolo, ha condensato in quelle quattro parole tutta la sua non-esistenza.
Valutata pertanto la sua lucidità e riservatezza, una volta giunti a Villa S. Giovanni gli
abbiamo affidato la nostra compagna e la guardia dei bagagli per mischiarci a tutti i
siciliani che dalla prora del traghetto dopo un anno e tante nostalgie si rifacevano le
narici intasate dallo smog milanese col ciavuro ‘i mari. (Una puzza… ).
È stata la sola volta in cui l’abbiamo abbandonata, solo per mezz’ora e oltretutto in
buone mani. Non si spaventi, ma devo confessarLe che una sera a Palermo ha rischiato
una brutta fine. Un attimo di distrazione in più o un po’ meno di fortuna e l’avremmo
persa per sempre. Anche se è doveroso dire che il grosso della missione era fatto e
cioè: noi nella sua Palermo l’avevamo riportata. Da piazza S. Domenico il Centrale
Palace non è poi così distante. L’intera notte prima di separarci l’abbiamo trascorsa en
plein air con tutti i rischi del caso, compreso quello di essere derubati da vivaci
picciriddri. Alle tre di notte si divertivano a far scomparire oggetti quali portafogli, chiavi
della macchina e di casa, borse, cellulari per poi correre a perdifiato tra i vicoletti della
Vuccirìa in mezzo a colonne di rifiuti rappresentanti un concetto molto “speciale” di
stato, in quella regione a statuto speciale, appunto. A rifletterci a Milano a quell’ora in
Piazza Duomo ci sarebbe potuto capitare di peggio!
Ecco tutto. Un saluto,
sl


-----Messaggio Originale-----
Da: B. Tecchi
Inviato: Giovedì 17 agosto 2006 17:29
A: Sara Lonati
Oggetto: Re: R: SICILIA DI GOETHE

È giusto che Lei sappia l’antefatto, prima di raccontarmi il resto del viaggio.
Penso sia andata all’incirca così: quel Nino era intento a riverire ospiti d’onore, a far
foto e Dio solo sa cosa. Si dimenticò di tutto il resto, di noi e delle varie procedure.
Cosa peraltro vicendevole. L’etimologia di “Vuccirìa” in quelle ore ci stava
arrovellando. La Velier fortunatamente alla fine risolse tutto. Il francese l’aveva
aiutata a risalire a “boucherie”: lì un tempo era il quartiere dei macellai.
Per farla breve: Palermo Punta Raisi-Milano Malpensa. Viaggio di due ore senza
grossi traumi, a parte quello di prendere per la prima volta un aereo, sorvolare tutta
l’Italia clandestinamente e ritrovarsi al Nord. Dividendosi tra la mia macchina e il
mio ufficio del ricevimento studenti. Avrebbe potuto impazzire (se solo ne avesse
avuto la facoltà!) tanto da desiderare ad ogni costo il ritorno in Sicilia. Anche non in
business class.
E ora tocca a Lei. Aspetto con ansia di sapere altri dettagli.

b.t.


-----Messaggio Originale-----
Da: Sara Lonati
Inviato: Martedì 8 agosto 2006 21:30
A: Prof. Tecchi
Oggetto: Re: SICILIA DI GOETHE

Gentile Professore,
l’incarico è stato portato a termine. Il mio compagno di viaggio ed io abbiamo
deciso di rispettare le Vostre volontà, Sue e della Professoressa Velier.
Non l’abbiamo abbandonata: non sarebbe stato giusto per una svista non farla
ritornare più nella sua terra. I conti non sarebbero tornati, le cose non avrebbero
girato nel verso giusto o forse non avrebbero più girato del tutto (come è poi
praticamente avvenuto).
Comunque, come Lei ha spiegato, alla luce di Goethe tutta questa vicenda ha un
suo perché. Ogni cosa è tornata al suo posto e ci siamo pure tolti un peso!…
anche se la serratura come si è precipitato a dire il concierge Antonio è stata
subito cambiata e la nostra storia gli è parsa come minimo assurda. Forse è per
questo che non appena l’ha vista si è ricordato di voi. Probabilmente non
capitano spesso simili situazioni, visto il suo ingombro. Questo è quanto ci ha
raccontato assieme a tutta la sua vita con quell’accento siculo marchiato sulle
corde vocali, che gli studi linguistici all’alberghiero di Corso dei Mille non
avevano minimamente corrotto. Si può immaginare come in mezzo a tutte quelle
parlate di forestieri lui così la faceva sentire a casa, sebbene quella “casa” fosse
il Centrale Palace Hotel… Chissà quante ne ha viste passare, che uomini
l’avranno stretta tra le mani, quali avrà custodito gelosamente (da brava
siciliana) assieme alle loro valigie: nobili, mafiosi, politici di ogni razza,
dirigenti… prima di finire nelle mani di due Professori pavesi, intenti in convegni
filologici, che tra un’etimologia e l’altra le hanno fatto fare il viaggio della vita.
L’avete catapultata nel “continente” di cui probabilmente i suoi ospiti avevano
tanto parlato con tutti quegli accenti così diversi da quello di Nino.
Ma mi tolga un po’ di curiosità: come avete fatto a dimenticarvela? Dove l’ha
tenuta in tutti questi mesi su da noi tra le nebbie padane? Con tutto quell’umido
impregnato nei suoi “pon-pon purpurei”…
SL


-----Messaggio Originale-----
Da: B. Tecchi
Inviato: Domenica 16 luglio 2006 15:24
A: Sara Lonati
Oggetto: SICILIA DI GOETHE

Cara Sara,
la chiave dell'albergo l'ho già consegnata al suo valente compagno di
viaggio, che gentilmente l'ha accettata nonostante il peso. Mi spiace
avervi fatto carico di questo “carico”. Agite comunque liberamente: se
rimarrà abbandonata in qualche stazione, per la strada o per caso cadrà
in mare, avrà qualche storia in più da raccontare.
Di per sé non credo che la chiave abbia un valore. Ma forse un senso sì,
se Goethe ci aveva visto giusto: “Senza la Sicilia l’Italia non forma un
quadro nell’anima; qui soltanto è la chiave per capire il tutto.”

La Sicilia è la chiave: apre quella serratura chiamata Italia.
Apritela! Non v'è posto migliore per una scuola del viaggio.
Buone vacanze anche a lei e grazie ancora.

b.t.


Sara Lonat

 

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