Ritratto da Cefalonia. Evangelia
di Roberta Gaeta (pubblicato su Ponza Racconta)
Il paesino e la baia di Assos, a Cefalonia (foto di Roberta Gaeta)
La casa non ha più il tetto. Il vento ha divelto le imposte. La vite si è impadronita del muro, si è insinuata nelle crepe, è entrata nelle stanze, lasciando sul pavimento un tappeto dolciastro di acini appassiti. La sedia è ancora sulla soglia, accanto alla porta, appoggiata al muro scrostato. Uno scheletro di legno, il cuscino sfondato, la fodera mangiata dal sole. I cespugli di timo hanno invaso il cortile, intrecciandosi ai cardi e agli asfodeli secchi. Un cancello arrugginito penzola ancorato a un solo cardine.
Su una lamiera nascosta tra il fogliame sonnecchia il vecchio gatto nero. Si rizza al frusciare improvviso sotto le foglie secche, aguzza gli occhi, verdi come i riflessi dei pini sulla baia di Assos, quando il sole è alto nel cielo. Poi tende le orecchie in attesa dei rumori familiari.
Non c’è nessun rimestìo di pentole in cucina. Nessuna risata roca. Nessuna pantofola struscia sulla polvere. Nessuna batte le coperte appena alzata, nessuna versa il latte nella ciotola. Nessun odore di cipolla che frigge. Nessuna veste fiorita appare sulla porta. Nessuno schiocco della lingua, in quel modo deciso e inconfondibile che può significare “Agapi mou vieni qua” e allo stesso tempo “Basta, fila via”, e non è difficile capire quando è il momento di andare o di venire, un gatto lo sa.
Evangelia non c’è più.
(foto di Roberta Gaeta)