Mappa di Una mappa della con presentano e realizzato da grazie a con la collaborazione di: PARCO DEL PO E DELLA COLLINA TORINESE - Programma C.E.R.PO.CO. - Azioni per la biodiversità naturale ed agraria nel Corridoio ecologico rurale del Po e della Collina torinese, Reg. (CE) 1698/05 – PSR 2007-2013 della Regione Piemonte - MISURA 323 “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale” Azione 1 “Interventi di tutela e sensibilizzazione ambientale” - tipologia b)” Azione 3.1 Implementazione di una mappa di comunità della biodiversità locale attraverso unpercorso di identificazione e conoscenza del territorio
|
Scegli una categoria o L’arte fatta a mano
Arrivi e l'aria è quella di un normale agglomerato di officine, laboratori artigianali e chissacosa. Roba di lavoro, comunque. Se non fosse per un pannello con i nomi delle aziende, subito all'entrata, un po' troppo sofisticato, rispetto alla sua funzione: quella di indicare che lì ci sono una falegnameria, un fabbro, forse cose di impianti elettrici, uno studio di design, almeno così sembra. Un mini-distretto artigianale in via Nietzsche, fra i campi al bordo del Po, zona cimitero, ponte di Sassi.
Puoi parcheggiare appena dentro. Scendi e ti scappa l'occhio sulla sinistra, dove dietro un monte di materiale indistinguibile scorgi una struttura di legno e metallo, cui sono attaccati dei faretti da palco. Strano. Già che hai gli occhi in alto, li fai scorrere sull'orizzonte e incroci la silhouette di Superga, lassù, sempre perfetta da qualsiasi angolatura la guardi. Sembra posata sopra i tetti bassi delle officine. Continui il tuo giro di orizzonte e proprio sopra uno di quei tetti vedi parcheggiata una vecchia Cinquecento. Accanto poi, ma ora hai già capito che la cosa non quadra, c'è un enorme pesce, cioè la lisca di un pesce, in metallo. Appesa lì. E poi una capanna di legno. E poi una roba che sembrano delle “tubular bells”.
Ok è chiaro: qui si fanno “cose”. Cose di arte, divertenti, a prima vista. Sbirci dentro una delle porte che danno sui piccoli capannoni e c'è un fabbro, di quelli coi tatuaggi, gli orecchini e la barba un po' sfatta, che sta spennellando di colla (così sembra) il serbatoio di una motocicletta. La sua. Lì vicino una bici da corsa completamente smontata e una incomprensibile macchina fatta di tubi e canne ricurve. Lo capirai dopo che è una stufa ultra-artigianale e davvero geniale. E poi, per fortuna, un'incudine. Normale.
Insomma non puoi arrivare lì e non rompere subito le scatole a quello che lavora, per forza. Non si fa così, ma qui sei troppo curioso. Entri e lo mitragli di domande e a un certo punto ti aspetti che quel saldatore te lo piazzi in faccia e invece lui sorride, gentilissimo, e risponde a ogni domanda. Poi compare il socio. Idem.
E così la loro avventura è iniziata, nel 2008 con “Flex Your Lab”, quando hanno trasformato il gruppo di officine in uno spazio aperto per l'arte e la cultura. C'erano loro e c'erano molti altri amici artigiani che lavorano qui, nelle loro officine. Un sogno, che è durato qualche anno ed ora è finito.
|