Mappa di
Comunità di
CollinaPo

Una mappa della
biodiversità naturale e culturale
della Riserva di Biosfera
MaB UNESCO CollinaPo.
I racconti, le curiosità e
le trasformazioni dei
luoghi attorno a un
grande fiume e alla
collina torinese.

Regione Piemonte
Torino Smart City Area Protetta Po e Collina Torinese
Collina PO Riserva MAaB UNESCO

con

Politecnico di Torino Università degli Studi di Torino Enit Scuola del Viaggio

presentano

Storie di fiume

e

Il grande fiume

realizzato da

Dedalo Epoché Fosphoro

grazie a

Le città visibili Associazioni Italiana Turismo Responsabile Space Hotels

con la collaborazione di:

Istituto compresivo Brusasco Scuole Salesiane Lombriasco - Torino Giovani in rete

PARCO DEL PO E DELLA COLLINA TORINESE - Programma C.E.R.PO.CO. - Azioni per la biodiversità naturale ed agraria nel Corridoio ecologico rurale del Po e della Collina torinese, Reg. (CE) 1698/05 – PSR 2007-2013 della Regione Piemonte - MISURA 323 “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale” Azione 1 “Interventi di tutela e sensibilizzazione ambientale” - tipologia b)” Azione 3.1 Implementazione di una mappa di comunità della biodiversità locale attraverso unpercorso di identificazione e conoscenza del territorio

 

   

Santa Maria della Pulcherada

Fiume Po (Torino)

Storie di fiume Sguardi e paesaggi
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Il comune di San Mauro Torinese si trova a pochi chilometri da Torino ed è raggiungibile a piedi grazie alla verdeggiante passeggiata ciclabile e pedonale che, superato il Po all’altezza della Gran Madre di Dio, prosegue lungo la sponda destra del fiume, attraverso il Parco Michelotti e la Riserva Naturale del Meisino.
Il nucleo più antico del comune è situato sulla sponda destra del Po, lungo l'antica strada che un tempo collegava la Porta Praetoria di Torino con i villaggi limitrofi, come la romana Industria, l'attuale Monteu da Po, e Cavagnolo.
L'abitato di San Mauro si affaccia su di un tratto di fiume tra i più belli che il Po possa vantare nel suo lento scorrere piemontese. La riva destra costeggia la collina su cui fu costruito il centro storico di San Mauro, mentre sulla riva sinistra si affacciano i confini dell'antico parco dell'Eliane. Passeggiando lungo le sponde del vecchio fiume si aprono visuali di grande bellezza: la catena montuosa delle Alpi, con le vette innevate, che diventa corona naturale per la valle ai suoi piedi; la collina, con le sue fronde verdeggianti; la sagoma appena disegnata della Mole Antonelliana sullo sfondo netto del Monviso; la Basilica di Superga, fulcro visuale e segno di riconoscibilità del capoluogo piemontese.

 


 



Il forte e inscindibile legame tra la comuntà sanmaurese e il fiume Po è storicamente riconosciuta e testimoniata nell'originaria denominazione conferita al comune, anticamente identificato come Pulchra Rada o Pulcherada (letteralmente "bella spiaggia", “porto”), per la favorevole posizione su un tratto navigabile del Po. E un eco dell'antico nome di San Mauro è stato mantenuto nella dedicazione dell'edificio religioso principale del paese: la chiesa di Santa Maria di Pulcherada (fino alla metà del XVIII secolo intitolata a San Mauro) edificio simbolo di San Mauro Torinese e  nucleo centrale del primo centro abitato che si costituì intorno ad essa.
Originariamente la chiesa faceva parte dell'abbazia benedettina di San Mauro, ricostruita allo scadere del X secolo, dopo la distruzione avvenuta per opera di Maiorum Hominum, probabilmente Saraceni.
Nonostante l'assetto urbano si sia completamente modificato nel corso del secoli, e in particolare dal XVII secolo in avanti, con un divertente gioco di fantasia è possibile ricostruire l'aspetto originario della zona adiacente alla Pulcherada.
Il complesso abbaziale era articolato tra la chiesa principale e alcune cappelle racchiuse entro un recinto fortificato. L'impianto della chiesa era a tre navate e ripta, oggi non più visibile, abside centrale e due absidi minori in corrispondenza delle navate laterali.

Era di fronte allingresso dell'abbazia  la piazza della comunità e, al centro di questa, il pozzo comunale al servizio degli abitanti, dove ora è una lapide commemorativa per i caduti della Seconda Guerra Mondiale. All'interno delle mura, invece, cerchiamo di immaginare un chiostro porticato, di cui sono ancora visibili le mensole di appoggio per la tettoia lignea, che scorreva lungo il muro esterno della navata laterale sinistra dell'abbazia, un forno comunale e un mulino, un ospedale a dare ospitalità a pellegrini e malati, numerose botteghe, la dimora dell'abate, laddove adesso ha sede il Comune, un econdo pozzo comunale e  il cimitero abbaziale.

 


Nella sua storia recente la chiesa è stata fonte di continue scoperte artistiche e archeologiche, volte a recuperare testimonianze storiche del passato della comunità che le è devota e che furono nascoste da numerosi interventi di restauro e ricostruzioni promossi nel corso dei secoli. La chiesa certamente è stata costruita sulle rovine di un preesistente edificio. Tracce di laterizio romano, infatti, testimoniano l'antica esistenza di un  probabile insediamento postosulla strada romana che fiancheggiava la sponda destra del Po.
Veniamo ora al rilievo storico artistico riconosciuto alla chiesa, che deriva dall'apparato architettonico, con la presenza di tracce medievali, e dall’esistenza di un significativo apparato decorativo di stile romanico, che favoriscono la valorizzazione del territorio non solo dal punto di vista paesaggistico, ma anche architettonico e culturale.
Quasi due annni sono trascorsi da una delle scoperte più interessanti in questo campo. Grazie ad alcune indagini stratigrafiche condotte nell'estate del 2010, infatti,  sono emerse porzioni di un affresco del XII secolo che, probabilmente, doveva coprire l'intera abside centrale della Pulcherada.
Il tempo e la storia hanno custorito per secoli un'opera di straordinaria importanza storica e iconografica che, secondo gli esperti, potrebbe essere uno degli unici esempi iconografici del genere su territorio nazionale. A restauri terminati, lo sguardo attento dell'osservatore che si addentrerà nella chiesa sarà catturato, al fondo della navata centrale, da un emozionante Cristo Pantocratore (dal greco "Pantocrator" e quindi "sovrano di tutte le cose"), in atteggiamento maestoso e austero, con le tre dita della mano destra impegnate in un atto di benedizione.
Lo scorrrere del tempo ha impresso sulle mura della Pulcherada segni indelebili della storia di San Mauro,  alla quale ancora oggi la chiesa partecipa direttamente come cuore pulsante e centro di riferimento dell'intera comunità, dominando dall'alto il lento scorrere del Po.

Giada Boasso